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Pasolini.., mostra fotografica

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=Fallen Angel=
view post Posted on 8/6/2008, 11:49




Pasolini, Casarsa luogo del cuore
La chiesetta di Versuta, la casa di famiglia, San Giovanni: una giovinezza e la sua poesia
Il Centri Studi ricorda l’intellettuale friulano con l’iniziativa “I soj tornat di estàt”


Pier Paolo Pasolini è ancora oggi il poeta, scrittore, regista, intellettuale (cosa non era Pasolini?: forma riuscita e quasi rinascimentale dell’arte incarnata) italiano più discusso, amato e odiato. Come se il tempo non fosse passato dalla sua morte violenta sulla spiaggia di Ostia. C’è la forza della sua poesia, certo. C’è la chiarezza del suo pensiero, così cristallino da sembrare profetico. Ci sono i suoi film, coerenti, duri ma sempre aperti all’inaspettato, al miracolo della gratuità, della gentilezza popolare, di un misticismo dell’uomo che lo stesso Pasolini a suo tempo avrà modo di abiurare. Ci sono le sue denunce, il processo alla Dc, i nomi degli stragisti, lo schiaffo della realtà omologata, della società dei consumi che trasforma la vitalità genuina in funebre rito ricattatorio. Entrare nel mondo di Pasolini è come entrare in un abisso, dove la sensibilità personale si mischia alla lucidità politica, dove la tenerezza famigliare si scontra con il potere dei segreti, dove nomi, maschere, simboli si attorcono verso quel centro di disperata vitalità che fin dall’inizio è l’asse portante della sua arte.
Ma oltre a ciò, Pasolini ha una altra carta potentissima per non essere dimenticato, quella dei suoi luoghi che lo stringono in un abbraccio materno. Sappiamo che identificare un poeta attraverso i suoi luoghi, lo rende sempre presente. I luoghi descritti, trattenuti sulle pagine contro lo scorrere del tempo, sono sempre lì, a disposizione, vivi, per chiunque voglia vedere l’immagine viva di un poeta. Più la descrizione è felice e letteraria e più il luogo conserverà quella particolare aura di esistenza. Il luogo stesso sarà a metà composto di natura e di case, e a metà di parole e pensieri. Sarà nel tempo e fuori dal tempo. Sarà letteratura.
Pasolini è il poeta della Roma sottoproletaria, di Pietralata, è il poeta dello Yemen e dell’Africa, di Napoli e della Palestina, ma è soprattutto il poeta di Casarsa. Il paesino del Friuli dove è nata tutta la sua poesia, dove ha incontrato quel genere di innocenza, di purezza, di sensualità che poi cercherà altrove per tutta la vita. La chiesetta di Versuta, la casa di famiglia, San Giovanni, sono probabilmente i luoghi dove fra dolore e tenerezza si è consumato il miracolo della nascita di un poeta. Lungi dall’essere un luogo consolatorio, Casarsa ha visto le più grandi sofferenze di Pasolini, il difficile rapporto con il padre, la morte del fratello Guido, ma anche le gioie sorgive di una sensibilità vorace ed esasperata. Niente è più stato come quelle estati a Casarsa, e il poeta lo sapeva.
Non si può quindi che salutare con piacere la bella iniziativa che il Centro Studi Pasolini dedica ai luoghi casarsesi, cogliendo uno dei punti nevralgici dell’intera opera pasoliniana. Il titolo è tratto dalla poesia Febbraio, che racconta il mistero del tempo e del passare delle stagioni: I soj tornat di estàt. Il percorso di mostre, incontri e corse in bicicletta (in pieno spirito pasoliniano) si snoderà dall’11 giugno al 31 agosto, anche se i pezzi forti sono concentrati in giugno. Innanzitutto l’inaugurazione, il 15 giugno, della mostra fotografica I soj tornat di estàt: i luoghi casarsesi di Pier Paolo Pasolini, nelle immagini di Piergiorgio Branzi, Elio Ciol, Frank Dituri, realizzata in collaborazione con il Craf di Spilimbergo, presentata da Walter Liva. Faranno da contorno gli incontri Il paesaggio riconosciuto, con Emilio Rigatti e Francesco Vallerani che confronteranno i luoghi dell’esperienza pasoliniana con quelli attuali, cercando di cogliere la bellezza rimasta tra le trasformazioni dovute al veloce sviluppo tecnologico e industriale. E I luoghi della poesia, con Fernando Bandini e Novella Cantarutti, che rivisiteranno l’esperienza letteraria di Pasolini. Per finire con una conversazione tra Paolo De Rocco e Nico Naldini, dove il paesaggio offrirà lo spunto per un confronto tra la rievocazione poetica e la salvaguardia dei suoi significati simbolici.
Ma la chicca è sicuramente un evento collaterale assolutamente inedito: per la stessa giornata in cui si apre la mostra, domenica 15 giugno, alle 15, con partenza dalla chiesa di San Rocco, è in programma, in collaborazione con l’Associazione Primavera ’90, un viaggio in bicicletta sui luoghi pasoliniani, viaggio che avrà un’introduzione di Alessandra Montico e una significativa conclusione di Ovidio Colussi.
Come si può vedere, davvero un programma ricco, per non perdere nulla di un paesaggio consacrato dalla poesia e per ricordare un grande autore del novecento attraverso la vita dei suoi luoghi, la bellezza della sua campagna, la forza ancora intatta della sua utopia


 
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